“Il mantra è coscienza.“ — Vasugupta filosofo e mistico indiano 860 – 925
Mantra मन्त्र è un sostantivo sanscrito maschile che indica, una“espressione sacra”, una formula, un inno o una preghiera, nella lingua vedica, indirizzata ad un Deva– divinità. Per molti è visto come un canto sacro o a una pratica meditativa.
Precedentemente alla cultura Veda, i mantra erano trasmessi oralmente, i primi mantra scritti li ritroviamo nelle Upanishad.
La parola Mantra è composta da man – tra : man deriva da Manas, ovvero mente o subconscio e tra da Trayati che vuol dire liberazione, controllo. Pertanto Mantra sono i suoni che permettono di liberare , controllare la mente e l’inconscio.
Il mantra più potente l’ AUM comunemente conosciuto come il mantra dell’OM, ricordiamo anche il Gaytri Mantra , dedicato alla Dea Madre ma anche il Maha Mantra.
Il potere dei mantra
Nella loro vibrazione sonora i mantra , oltre ad influenzare la qualità della nostra mente mediante il controllo della stessa, in un processo di rinnovamento della sua struttura più profonda, possono creare dei nuovi circuiti neuronali.
Ogni singolo Mantra porta con sé uno specifico codice vibrazionale, che viene attivato attraverso il canto a voce alta, ma anche con il bisbiglio, oppure con una vibrazione silenziosa nella nostra mente. La vibrazione del mantra può entrare in risonanza con la vibrazione di un determinato centro energetico del nostro corpo, riportandolo in equilibrio e restituendogli salute e potere. I Mantra aiutano a guarire da ansia e depressione.
Molti Mantra sono stati studiati scientificamente, è stato infatti dimostrato che il semplice ascolto della recitazione dei mantra ed in particolare del Gāyatrī Mantra induce cambiamenti a livello neurofisiologico rilevabili sia con l’Elettroencefalogramma che con la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI). In questo studio, 20 soggetti fra i 20 e 35 anni senza alcuna esperienza nella recitazione di Mantra o di Meditazione, sono stati sottoposti all’ascolto del Gāyatrī Mantra per 15 minuti. Le rilevazioni sono state fatte sia prima che dopo l’ascolto, ed i risultati sono sorprendenti. Il tracciato elettroencefalografico ha mostrato un aumento delle onde gamma e beta rispetto a prima dell’ascolto del Mantra; a tal riguardo è interessante segnalare che un’alta prevalenza delle onde gamma è stata riscontrata in soggetti esperti di meditazione buddista. La fMRI ha invece mostrato un’attivazione di alcune aree cerebrali, alcune dovute senz’altro agli stimoli uditivi e all’elaborazione linguistica e ritmica, ma oltre a queste è stata riscontata anche un’attivazione del lobo insulare, specialmente a destra . Il lobo insulare è un’area cerebrale che, oltre ad essere legata ai processi di consapevolezza, alle emozioni ed alle facoltà relazionali ed empatiche, è significativamente coinvolta nei processi legati alla meditazione. È stato inoltre dimostrato che lo spessore della corteccia cerebrale del lobo insulare è significativamente aumentato in persone esperte in meditazione e che ha un ruolo fondamentale in tale pratica .
Non c’è un numero fisso di ripetizioni. Tuttavia, 108 volte è considerato l’ideale secondo la tradizione induista. Se il tempo è un problema, 11 o 21 volte sono considerate ottime alternative. La conta delle 108 volte viene fatto con l’aiuto del japa mala, una ghirlanda composta da 108 pietre o grani o semi, chiusa da un grano extra e una piuma di filo o altro tipo di decorazione, detto semplicemente Mala
- Thomas IS, Rao S “Effect of Gayatri Mantra Meditation on Meditation Naive Subjects: an EEG and fMRI Pilot Study” The International Journal of Indian Psychology 3(2), No.7: 14-18, 2016
- Luders et al. “The unique brain anatomy of meditation practitioners: alterations in cortical gyrification” Front. Hum. Neurosci. Vol 6 (34): 1-9, 2016
- Lazar et al. “Meditation experience is associated with increased cortical thickness” Neuroreport. 28; 16(17): 1893–1897, 2005